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Bravi, capaci

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Temo ci voglia sempre qualcuno che ci ricordi che siamo bravi e capaci.

Anche se abbiamo raggiunto i nostri traguardi, o anche solo piccole soddisfazioni nelle quali non speravamo, ho l’impressione che da soli non ci bastiamo. Sì lo so, è sbagliato, lo direbbe qualunque psicologo e anche qualunque amico o conoscente al quale chiedessimo il parere.

Ma temo che la versione a parole sia tanto bella quanto non corriponda a verità.

Temo abbiamo tutti bisogno di un sostegno, non solo morale, ma anche di pazienza, grande pazienza, che ci venga incontro quando ci abbattiamo, che ci faccia l’elenco di quanto valiamo e di quanto abbiamo prodotto.

Chi più, chi meno.

Non dico che da soli siamo incapaci a muoverci, anzi, sono convinta che i più grandi passi vengano dall’interno di noi stessi e delle nostre volontà.

Ma penso sia possibile muoversi meglio quando l’amore e l’affetto di qualcuno ci accompagnano e ci assistono nelle crisi e nei nostri pianti. Nelle fasi in cui vogliamo resettare, in quelle in cui vogliamo tornare.

E’ più facile.

Fa stare meglio.

Ci fa sentire forti.

Penso sia bello avere qualcuno al proprio fianco, su cui contare.

albero visto dal basso

L’albero da scalare

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Come funziona? 

se è vero che c’è un motivo per tutto, bisognerà essere di conseguenza molto pazienti.

Come quando sei lì lì per fare qualcosa, per esempio il tuo passo, e ti accorgi che invece non ti puoi muovere.

Per enne circostanze della vita, perché salta fuori una spesa imprevista, perché tutto l’imprevedibile calcolato è sempre lacunoso di quell’ultima scaglia di non valutato.

Perfino un’apparizione di un sovrannaturale o una trasfigurazione veloce sarebbero più prevedibili ed affrontabili.

Visto che c’è un motivo per tutto, suppongo che il futuro riservi delle cose bellissime.

Una vita senza disagi economici, un lavoro che forse non sarà quello dei nostri sogni ma che nemmeno darà troppi grattacapi, un mondo affettivo equilibrato, e non composto da malati isterici con la sindrome della condivisione dei beni.

Visto che c’è un motivo per tutto, ne devo dedurre che il tempo allunga i suoi ritmi perché qualcosa non è ancora pronto, o perché si sta sbagliando strada e quindi ci viene impedito di fare determinate cose.

Si dovrebbe cambiare mira.

Punto di vista.

Arrampicarsi su un albero e cercare nuove angolazioni.

Oppure avere il coraggio di confessarsi apertamente, liberare l’anima e smettere di vivere di pregiudizi e paure.

Poiché c’è un motivo per tutto, viene facile pensare che ogni cosa verrà a tempo debito.

Bisogna pensarlo, se vogliamo goderci la traversata.

‘Quando c’è un problema, non cercare il colpevole, ma cerca la soluzione.’ (proverbio giapponese)