io che misuro la mia altezza rispetto allo spioncino della porta

Vado a vivere in Olanda – Cosa vi serve per stare qui?

Uno specchio a figura intera.

Sarà che gli olandesi sono alti due metri e immagino riescano a vedere tutto il loro corpo dallo specchio del bagno, ma io ancora devo trovarne uno attaccato a una parete. Non mi vedo i piedi, non so come vado vestita. Fortuna che la moda non esiste, in questo paese.Portatevi uno specchio qualsiasi, in effetti, ora che ci penso.

Pure quelli dei bagni di casa e dei ristoranti sono in alto. Provate a sistemarvi trucco e capelli quando uscite con uno: un disastro. Se lui è basso, ve la potete cavare con un “tu puoi capirmi”. Sempre che lui sia anche autoironico. Se lui è alto, vi risponderà “è colpa tua, che sei tappa” (questa è autoreferenziale!).

Altrimenti, trovatevi un olandese. Sanno di essere fuori norma loro, non vi faranno storie.

Per le donne: un paio di tacchi da borsa.

E certo, è sempre per la questione dell’altezza, che credete? Solo se non volete sentirvi troppo fuori luogo (intendo fisicamente, se siete troppo basse nemmeno vi vedono e vi scambiano per un tavolino). Qui scarpe fiche e abbigliamento succinto non servono a niente. Il clima è troppo assurdo per preoccuparsi di dove vanno le mode. Ho visto cose che voi non potete nemmeno immaginare… Ho visto camicie hawaiane indossate su costume da bagno arancione e mocassini di pelle marroni… E mi fermo qui.

 

Oh, una scaletta pieghevole.

Se volete vedere allo spioncino chi suona alla vostra porta e non volete sorprese, tipo me che ho aperto ai testimoni di Geova (vedi foto sotto).
Si capisce che non sono alta, si!?

 

Un fegato nuovo.

Utilissimo, ma non per la birra, come molti di voi potrebbero pensare.
Vi serve per il burro.
Questa è una nazione burrosa.
(Comunque gli olandesi sono longevi e non grassi. Qualcosa non mi torna sulle campagne anticolesterolo che ci propinano fuori da qui.)

 

Un mestolo.

Oppure direttamente un libro di cucina, se non sapete combinare nulla ai fornelli. Gli olandesi hanno una interessante venerazione per il nostro cibo.
Peccato che infilino il pesto ovunque (ovunque).

 

Una o più dosi di non italianità.

“Italiano?” “Sì” “AhhhhItaliaaaaaa-pizza-siesta-aperitivo-toscana-cibo-natura-caldo-spaghetti-carbonara-sofialoren-belladonna-claudiacardinale-mamacooks”.
Beh, almeno ancora nessuno mi ha detto “ahhh-pizzamandolinomafia”.
Però m’hanno detto veramente “mama cooks”.

Sassi nelle tasche.

Perché il vento in alcune città è devastante.
Non oso immaginare come si troverebbe Jovanotti, qui, “le tafche piene di faffi”.

Un vocabolario di inglese.

Che so, anche qualcosa tipo bab.la va bene, per cominciare. Ma per voi, dico, se non conoscete l’english, perché qui lo parlano tutti, dal benzinaio alla centralinista.
Ovviamente se andate nelle città maggiori, hey hey, non certo se andate a Wattergufhvenburg o Vattelappescanberg, dove abitano due contadini e quattro formaggiari.

Una molletta per il naso, se vi disgustano le mucche.

Sono ovunque.
Punto.
Ricordate? La patria del burro, fatevene una ragione.

Sempre per le donne: un telefono con la memoria vuota.

Vi serve per riempirla di foto fatte di nascosto a certi olandesi, da mandare alle amiche.

Un paio di cuffiette.

Per godervi tutto questo con la musica in testa, mentre passeggiate per le strade, guardate i canali, contemplate il numero eccessivo di stranieri che nemmeno Venezia nei suoi giorni migliori.

Ah già, dimenticavo.

Per gli uomini: a voi serve solo un paio di occhiali da sole.

Siete di base più alti di noi quindi a posto con gli specchi, non ingrassate alla nostra velocità quindi sticazzi del burro, ci sono parrucchieri e barbieri ogni 500 metri quindi ok pure con i capelli, la birra è economica, junk food come se piovesse, ma le donne, mio dio. Le donne. Gnocche eh. Ma che look. Scarpe scamosciate su vestiti estivi a fiorazzi, con maglioncino che mia nonna si vestiva meglio e aveva più stile quantomeno nell’abbinamento dei colori. E voi che avete tanto da ridire sulle nostre ballerine.
Ecco a che vi servono gli occhiali da sole.
Oppure immaginatevele direttamente tutte nude, così superate lo step abbigliamento.

Comunque, il tipo in camicia hawaiana e costume su mocassino ci frega a tutti.

Piccoli credits: 

Si ringrazia Bab.la per la collaborazione. 

E si ringraziano anche i Testimoni di Geova anche se, al contrario di bab.la, non sanno di aver collaborato.

ciondolo con clessidra

Distanze

(201609052121)

Ci sono delle cose che con il passare del tempo non ti ricordi più. Semplicemente sbiadiscono, si appannano. Come l’umidità, sul vetro della tua camera da letto mentre fuori fa freddo, sul finestrino della macchina, dove da piccolo facevi disegnini seduto sui sedili posteriori, tuo padre guidava, tua madre parlava.Non è la distanza geografica a cancellare i ricordi e nemmeno ad annebbiarli. La distanza potenzia, amplifica, ingrandisce. Rende megafono ogni suono che arriva da lontano, ogni voce, messaggio, parola. Ognuna di queste cose si può tramutare facilmente in lacrima, e tornare allo stato primordiale di goccia. Di umidità. Quella che sbiadisce le porte che hai chiuso, tutte quelle che hai aperto e che hai lasciato con lo spiffero, quelle che hai rotto, quelle che hai sbattuto e quelle nelle quali ti eri chiuso le dita delle mani, contro le quali avevi urtato le dita dei piedi.

È il tempo la causa di tutto.

Con il suo lento-veloce passare, ci sono delle cose che fanno meno male. C’è una voce che credi di ricordare e ti sforzi di immaginarla nella tua testa. Daresti l’oro scavato e trovato con le tue stesse mani per certi momenti. C’è un abbraccio che vorresti ricostruire, perché lo senti vivo tutti i giorni, con te. L’intensità di un momento vissuto… se ne va anche quella, se il suo unico carnefice è lui.

Ma ce ne sono anche tante altre che non smettono di pungere. Le tieni lì, infilate nel cuscino. Le usi per fare leva sulle tue scelte, sono la tua fonte di ispirazione e giustificazione. Sono il tuo tormento e il tuo destino, la tua croce eterna senza delizia che ti insegue ovunque ti nascondi. Sono la tua persona.

Tempo, spazio, memoria: tutto è la tua persona.