(201506200303)
Lo penso da sempre. E alcuni momenti, lo penso di più. Come stasera, quando nei fili del mio udito sono passate le battute di chiusura del Miglio Verde.
Le persone sono importanti.
Perché dopo che abbiamo tolto tutto, i vari non-ho-tempo, ci-sentiamo-dopo, ti-richiamo, sono-stato-molto-impegnato, che cosa ci resta?
Sì lo so, è il ritmo della vita, della parte egoista di ogni essere umano, che ognuno di noi almeno una volta ha messo in scena.
Sì è vero, dobbiamo morire tutti e non sappiamo se noi saremo i primi, forse fortunelli, o gli ultimi, quelli straziati che rimangono soli alla vecchiaia mentre tutte le persone alle quali abbiamo voluto bene non ci sono più, quindi alla fine che importanza hanno gli affetti ed evviva il viaggio.
Ma avete mai dovuto dire addio a qualcuno che se ne stava andando di fronte ai vostri occhi? E’ straziante.
E avete mai dovuto dire addio a qualcuno che se ne è andato così rapidamente da non lasciarvi il tempo di spiegare quella frase del giorno prima? E’ straziante.
E se togliamo tutto, i vari non-ti-scrivo-perché-non-so-cosa-dire, ora-non-ho-voglia, domani-lo-faccio, basta-sono-offeso, con-te-non-gioco-più, che cosa ci resta?
Se non hai nemmeno la buona salute, che cosa resta?..
Restano le persone.
Quelle che danno al tuo viaggio un senso, e che rendono tutto quel non-ho-tempo prezioso come una gemma, perché senza di loro vivremmo in maniera diversa e, forse, avremmo poco da condividere di una preziosità senz’altro meno scintillante, a quel punto. Quelle che ti consigliano, che non sono mica facili da trovare. Quelle che ti ascoltano, che del genere discreto sono rare e se vuoi andare sul sicuro devi pagare lo psicoterapeuta.
Tutto è-importante? Allora nulla lo è.
Ci vorrebbe una scala, una bella scala di legno, magari dipinta di bianco che fa tanto prato in fiore e casa di campagna in primavera. E dovremmo usare questa scala come un contenitore dove riporre ciò che ci sta più a cuore. Magari sistemiamo tutto anche in ordine di importanza, in cima il nostro irrinunciabile, e via a scendere. Quanti lo-faccio-dopo e non-ho-tempo avete messo, e quante persone avete sistemato?
Prima tutto era importante, ora sulla scala avete dovuto dare un ordine.
Il mio prevede le persone.
E quando lo spazio si farà vuoto, prima o poi, non avrò rimpianto di non averci messo un si-è-fatto-tardi. Perché tanto queste espressioni il buco lo avrebbero lasciato comunque, o non si sarebbero presentate per occuparlo.
Resterebbe una cosa da fare, dopo aver ordinato correttamente i gradini da percorrere e coloro con i quali fare quei passi: tentare di reggere le persone per non farle cadere.
Mi dicono che sia vietato usare la colla e altri stratagemmi simili, potrebbero causare irritazione -dermatologica e umorale. No anche ai piedi inchiodati: è sconveniente. Ci sono dei sistemi magici, però, ho sentito parlare di druidi, maghi e botteghe, roba da alchimisti, qualcuno racconta di amore, qualcuno di pazienza.. qualcuno di sordità.. ma forse quest’ultimo era un burlone 🙂
Ognuno deve trovare il suo metodo per poter creare la sua scala personale, che non è e non sarà mai meno verde di quella del vicino, prima di tutto perché è bianca e poi perché ci sono i nostri non-lo-so e i nostri pilastri. Tutta davvero farina del nostro sacco.
Adesso tocca a voi. Che scala vi fate?Io voglio quella senza gli avrei-potuto.
“E con le persone? So’ due etti signò, che faccio, lascio?” “Lasci lasci.. che le persone sono importanti.”