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E ci teniamo compagnia.

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Le vite delle persone sono proprio strane. Si intrecciano, si accoppiano, si mischiano e generano bambini. Proliferano. Prolificano. Si scelgono per simpatie, cercando l’anima gemella, quella più affine per giusti. Condividono i pasti, si danno da mangiare dalla stessa forchetta. Condividono il divano. Sono disposti a condividere il letto, assumono baratti d’oggetto per baratti d’affetto. Imparano a volersi bene, a volte si separano e poco lo sopportano. Poco si sopportano quando poco si amano. Si accompagnano negli anni, nei viaggi, si portano le borse più pesanti. Si tengono compagnia nelle attese. Dividono la stessa bottiglia, spezzano il pane. Attendono che si liberi il bagno. Si parlano. Si raccontano i loro sogni, a volte nascondono i loro incubi. I pensieri fuori posto. Quelli che invadono lo spazio di calma.

photo credits: Norynn, Don’t regret

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Gente.

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Mi frulla un mondo, per la testa. Un mondo fatto di voci caotiche, di persone che urlano, ti comandano, ti dicono cosa fare. Si dimenticano la gentilezza. Giro da mesi in un caos calmo, una quiete apparente dove, sottobosco, regna una democratica confusione. La mia testa come la stanza di due ragazzine adolescenti che mettono a soqquadro tutto per il gusto di provare vestiti; un raggio di sole, la primavera, leggere gonne a fiori e capelli intrecciati con qualche spiga di grano. Sembra un belvedere, eppure, di quel panorama, si scorge solo tanta polvere che si alza e si deposita sui soprammobili.

I soprammobili.

Bisognerebbe buttarli tutti, creano solo disordine.

Disordine e confusione, come le voci attonite che si rincorrono nel viale dei miei occhi. Tic e tac di passi di gente arrogante, sicura di sé, pronta a scalzare ogni pensiero diverso dal proprio. Gente che finge calma. Gente adolescente che compra solo piedistalli.  Gente senza classe. Gente senza gentilezza. Gente che si riempie la bocca di parole che non ascolta, e che poi sputa, giocando a chi va più lontano.

Non si vince niente.

Gente.