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Andrà tutto bene.

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E se va tutto bene, allora dimmi perché piango ancora.

Perché faccio finta che sia tutto a posto e sorrido, e tu non cogli che dentro è inverno. E se va tutto bene, allora perché ricomincio a pensare le stesse cose anche quelle contro le quali mi hai protetto, ma poi ti giri, e non c’è più nessuno – solo io come piangevo una volta. Sono nuovamente sola di fronte alla mia tazza in cucina, seduta a gambe rannicchiate a fissare un tavolo bianco e la tazza con le mie lacrime. Va tutto bene ma ogni tanto no, perché quei maledetti pensieri, quelli di quel fottutissimo sesto senso che in giorni come questi regalerei, quel fottutissimo sesto senso che tante volte ha dato risposte agli altri e tanti consigli agli sconosciuti, quel maledetto sesto senso che ti fa odorare le piccole bugie, è talmente bravo nel suo lavoro quel bastardello che non si sbaglia mai; semmai mischia, anticipa, sfuma le indicazioni, camuffa, cerca di non farti vedere ora o di farti vedere ben prima, e tu finisci per non capire dove guardare. Allora chiudo le palpebre, giro la testa, la infilo in un pentagramma di musica e vado, nella stanza a girare, come se non dovesse mai finire, come se non la volessi mai finire. Come se aspettassi una mano, una voce, un aiuto, una cosa vera, una sorella, un angelo, un maledettissimo qualcuno a dare una risposta alle mie domande.

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Fidanzati perfetti

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Il mio fidanzato è perfetto.

Si dimentica la data del mio compleanno. Lui non direbbe mai che è vero, ma io lo so, allora faccio finta di parlagliene per caso e comincio un mese prima, così sono certa di non farlo dispiacere quando arriva la ricorrenza.

Il mio fidanzato si dimentica la mia email. Anzi, proprio non la sa. La ha quasi imparata, ma qualcosa ancora la sbaglia.

Non sa il giorno del nostro anniversario. Non sa nemmeno il mio numero di telefono, ma è normale, chi è che impara più i numeri da quando esiste la rubrica del cellulare.

Il mio fidanzato a volte si dimentica di telefonarmi. Quando è preso dalle sue cose, dalle cene con gli amici, dal suo sport preferito, o quando è estate, che non ci vediamo e lui esce sempre e fa tardi per fatti suoi.

A volte, si fa sentire quando è già pomeriggio. Non ha un orario fisso per chiamarmi o darmi il buongiorno, a volte lo chiamo io per sapere se è morto e mi risponde che sta vedendo un film.

Perché noi donne, se uno non ci chiama, pensiamo subito a qualcosa di tragico: siamo esperte in paranoia. Loro lo sanno e se ne fregano.

Il mio fidanzato a volte non mi chiede davvero come sto, se è immerso nei suoi problemi.

Non mi scrive, se sta lavorando molto.

Quando siamo con gli amici, non mi sta incollato addosso tutto il tempo e parla continuamente con altri. Fa public relations.

Il mio fidanzato fa apprezzamenti sulle altre donne anche se io sono presente. Si guarda in giro, visto che è dotato di occhi, e li usa bene tutti e due. Mi dà ragione quando dico che gli uomini pensano tutti alla stessa cosa e forse non sono capaci di rimanere fedeli tutta una vita e che, semplicemente, alcuni di loro sanno mascherare bene le loro convinzioni radicate.

Il mio fidanzato è un po’ svanito. Ha miliardi di pensieri, che a volte mette in pratica e a volte no.

Ma mi rende partecipe di tutti.

Mi chiede il mio parere, e lo ascolta.

Mi ascolta anche se gli dico che sto male e ho bisogno di parlare.

Trova il sistema di farsi sentire anche se non ha la ricarica al telefono.

Mi cerca se non lo chiamo, mi chiede dove sono. Mi chiede come sto.

A volte è un po’ geloso. Forse. Se fosse vero, lo troverei adorabile.

Si preoccupa di quale umore ho la mattina appena sveglia.

Vorrebbe farmi sempre regali, anche se non se lo può permettere. Ma è il pensiero quello che conta.

Mi presenta ai suoi amici. Mi racconta le sue giornate.

Non si vergogna di me, non ha paura a portarmi in giro.

Se non rispondo al telefono, si ricorda che esistono altri modi per rintracciarmi.

Mi rispetta.

Non mi farebbe mai del male, non usa mai parole violente o aggressive, non mi offende nemmeno per scherzo, mi difende. Mi protegge.

Mi vuole bene, e non si vergogna a dirlo.

So che, se le circostanze lo richiedessero, farebbe quello che gli umani definiscono ‘pazzia’.

Io la definisco solo voglia di stare con quel qualcuno.

Per tutto questo, il mio fidanzato è perfetto. E’ perfetto per me. E’ un compagno.

Per tutto il resto, sono i difetti a rendere perfetta ed unica una persona.

photo credits: tich 07, Shy that way

copertina libro 'antologia del calcio astrale'

Quelli che il Calcio. Astrale.

“Cristiano Ronaldo è il migliore giocatore umano sulla Terra, poi c’è il miglior alieno sulla terra, Messi. E’ imparagonabile.”

Lo ha detto Josep Guardiola, un calciatore e poi allenatore del lontano XX° secolo. Lui non poteva saperlo, ma all’epoca i primi alieni già si stavano infiltrando tra i terrestri, in maniera del tutto anonima. O meglio, sarebbe dovuta essere anonima; Messi purtroppo aveva un difetto di fabbrica, il chip della disfunzione connettivale non funzionava ed il risultato era che rendeva il triplo in produttività, rispetto ai più deboli abitanti del pianeta Terra.

E’ stato a causa sua che le compagini interstellari hanno cominciato a seguire il gioco del calcio. All’inizio eravamo preoccupati che qualche tentacolo potesse sbucare dal suo rivestimento a base di pelle e noi potessimo essere scoperti;  poi, a forza di guardarlo, ci siamo appassionati.

Quando dico ‘noi’ intendo il popolo spaziale in generale. A me non interessa nulla, invece. E come ogni legge del contrappasso che si rispetti, sono condannata a lavorare a contatto di questi maschioni con gli ormoni pompati, tutti i giorni della mia vita.

Sono la produttrice del programma ‘90° Tacchetto – Tutto il calcio spiegato agli inetti’. La trasmissione più seguita in tutte le Federazioni da 35 anni a questa parte. Mi chiamo Lucy Van Kolte. E sto meditando di cambiare lavoro. *

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Volete sapere come continua il racconto?

Leggete ‘La Prima Antologia del Calcio Astrale’.

Il libro è in vendita online per poco più di una colazione al bar, ma dura quanto il tempo della spesa all’ipermercato il sabato pomeriggio. Ed è più divertente. Niente code d’attesa, niente scaffali affollati, solo la piacevole lettura di racconti sul calcio, intorno al calcio, contro il calcio, firmati da me e da una carrettata di scrittori bravi e simpatici. C’è anche la prefazione di Enrico Vaime.

Lo so, lo so: è un e-book. Fa senso anche a me. Ma il calcio si legge e si gioca ovunque e, se in Italia entriamo poco in libreria, in compenso viviamo al computer, quindi questa forse potrebbe essere una buona idea.

E poi si parla di Messi. Il novello triplo pallone d’oro, notiziona fresca fresca di oggi.

Un po’ di veggenza in questo calcio futuribile ci deve essere.

Quindi, leggeteci! E state tranquilli: se siete appassionati di calcio non resterete delusi da questo libro, quasi tutti i racconti esaltano il gioco del pallone. Se poi non siete appassionati di calcio, non resterete delusi ugualmente: lo spernacchiamento dei calciatori che avete letto sopra è il mio – ma d’altra parte sono l’unica donna arruolata nella squadra. Ne ho approfittato.

Insomma, c’è di che sorridere. Che di questi tempi non fa male.

Buona effervescente lettura.

In vendita qui: shop online

Autori in ordine alfabetico: Cletus Alfonsetti, Stefano Amato, Martino Baldi, Paolo Cacciolati, Marco Candida, Marco Crestati, Samuele Galassi, Hector Genta, Franz Krauspenhaar, Antonio La Malfa, Giuseppe Manfridi, Mauro Mirci, Gianni Montieri, Mario Pischedda, Paola Ragnoli, Ezio Tarantino, Rocco Traisci.